Quando sentiamo parlare, in TV, alla radio o sul web, di violenza di genere, pensiamo immediatamente al femminicidio. Nella violenza di genere, in realtà, rientrano tutte le condotte di aggressione nei confronti delle donne e degli uomini: dalle percosse ai maltrattamenti, passando per lo stalking.
Vediamo cosa significa violenza di genere e cosa dice la legge italiana.
Cos’è la violenza di genere?
Per violenza di genere si intende qualsiasi forma di comportamento violento esercitato su una persona per il solo fatto di appartenere, principalmente, al genere femminile o ad una categoria debole.
Dietro la violenza di genere spesso si nascondono paura e disprezzo verso soggetti ritenuti vulnerabili e quindi, più facilmente aggredibili. Questa avversione sfocia spesso in prepotenza, sia fisica che psicologica, perpetrata nei confronti di persone indifese.
In Italia la violenza di genere è reato?
Ad oggi, non esiste uno specifico reato legato alla violenza di genere; tuttavia, costituisce reato ogni forma di violenza, fisica o psicologica, che evidenzi gli estremi della condotta penalmente rilevante (maltrattamenti, lesioni, percosse, diffamazione, ecc.).
Violenza di genere: cos’è il femminicidio?
Quando si parla di violenza di genere spesso si fa sommariamente riferimento alla parola femminicidio. Con questo termine si intende l’omicidio ai danni di una donna, fenomeno tristemente in crescita in Italia tanto da spingere il legislatore a prendere dei provvedimenti.
Come non esiste un reato specifico per la violenza di genere, non ne esiste uno ad hoc per il femminicidio. La legge italiana punisce il femminicidio come un normale omicidio: cosi facendo non vengono attuate discriminazioni tra la morte di un uomo e quella di una donna.
Fonte: alfi.it
Violenza di genere in Spagna: cosa dicono i numeri?
Dal 2003 i casi di donne morte per la violenza maschile in Spagna sono stati quasi la metà di quelli in Italia. Questa differenza di valori nasce da un differente approccio dello Stato verso il problema: in Spagna infatti, le vittime hanno a disposizione spazi dedicati per le denunce, unità forensi e mediche specializzate e sportelli con psicologi, assistenti sociali e avvocati a disposizione. Nelle scuole si tengono lezioni su femminismo, violenza di genere e prevenzione degli stereotipi discriminatori.
Mentre in Italia la mancanza di preparazione di molti giudici è ancora cronica, in Spagna hanno da tempo affrontato la questione creando tribunali speciali e lavorando nelle scuole.
La discriminazione di genere viene vista come un problema culturale da contrastare alla radice, sensibilizzando i cittadini, e affrontare con le leggi moderne. Dal primo gennaio 2022 la Spagna è il primo Paese in Europa ad avere un sistema di contabilizzazione dei femminicidi.
“Quando la Spagna ha creato il ministero dell’Uguaglianza, la ministra Bibiana Aído ha parlato all’Unione Europea della necessità di effettuare un conteggio delle donne assassinate per violenza di genere”, racconta Amparo Rubiales, ex politica del Partito Socialista di Zapatero nei primi anni 2000.
La maggior parte dei Paesi si negava perché i dati erano spaventosi. Con quella richiesta, la Spagna diventò un punto di riferimento per combattere la violenza di genere.
La battaglia spagnola contro la violenza di genere iniziò nel 1997, quando Ana Orantes denunciò le violenze del marito in diretta TV. Poco dopo venne uccisa. Il femminicidio di Orantes fece da apripista alla creazione del Plan de acción contra la violencia doméstica del 1998, che ha introdotto il delitto di “violenza psicologica esercitata con carattere abituale” e il distanziamento fisico tra l’aggressore e la vittima, e della Ley orgánica contro la violenza di genere del 2004.
La Ley orgánica è considerata tra le più avanzate a livello europeo e mondiale per il contrasto alla violenza di genere, perché la affronta da una prospettiva non solo legale, ma anche strutturale. Questa legge ha permesso di introdurre corsi sull’uguaglianza di genere, normare l’ambito pubblicitario per impedire la veicolazione di un’immagine discriminatoria della donna e, soprattutto, creare tribunali speciali sul tema.
In Spagna si possono denunciare violenze di genere in luoghi diversi: la Guardia Civil, la polizia nazionale, la polizia locale, i tribunali dedicati alle donne e i juzgados de guardia, una specie di pronto soccorso della giustizia aperto 24 ore su 24.
Fonte: observatorioviolencia.org
Oltre a ciò, il governo Spagnolo ha creato i cosiddetti puntos violeta. Punto Violeta è uno strumento promosso dal Ministero dell’Uguaglianza Spagnolo per coinvolgere la società nel suo insieme nella lotta alla violenza di genere e diffondere, su ampia scala, le informazioni necessarie per agire in caso di violenza. Fa parte del catalogo delle misure urgenti del Piano per il miglioramento e l’ammodernamento promosso da diversi ministeri del governo spagnolo nel contesto di allarme sulla violenza di genere creatosi negli ultimi mesi.
Rappresenta un cambio di focus nelle politiche pubbliche Spagnole nei confronti delle vittime ponendo la violenza di genere come problema strutturale che richiede il coinvolgimento della società nel suo insieme per porvi fine.
Nonostante i recenti progressi normativi in tal senso e ebbene il quadro normativo europeo cerchi di ridurre e punire la violenza di genere, Nikoika crede che tanto ancora possa e debba essere fatto per estirpare questa piaga sociale. Per questo motivo continua a condannare con forza ogni forma di violenza e crede che la vera rivoluzione debba essere fatta a livello culturale, sociale e soprattutto educativo. La lotta contro la violenza di genere, infatti, dovrebbe essere un obiettivo prioritario non solo per i poteri pubblici ma anche per gli stessi cittadini per creare un mondo e una società migliore.