Le Isole Canarie sono la comunità autonoma che ha creato il maggior numero di posti di lavoro nel 2022.
L’anno 2022 si è concluso nelle Isole Canarie con un aumento del 5,2% del numero di lavoratori iscritti alla previdenza sociale. In nessuna delle altre 16 regioni del Paese ha superato il 4%. La media di tutte le regioni ha evidenziato una crescita, nel complesso, del 2,4%, meno della metà di quella registrata nelle isole Canarie.
Né la crisi post pandemia Covid, né l’ondata inflazionistica che sta travolgendo l’economia occidentale hanno, per il momento, rallentato lo straordinario ritmo di creazione di posti di lavoro raggiunto nelle Isole Canarie una volta superato il momento peggiore della pandemia.
Le Isole Canarie hanno chiuso l’anno con un numero record di 875.573 iscritti alla previdenza sociale e un calo della disoccupazione ai livelli precedenti la Grande Recessione (2008). Nelle isole ci sono attualmente 183.160 disoccupati. Il settore dei servizi, in particolare l’industria dell’ospitalità, è stato il motore del mercato del lavoro dell’isola
Il buon andamento del settore turistico ha favorito la crescita del mercato del lavoro alle isole Canarie nel 2022; in questo periodo sono stati raggiunti numeri storici con 875.573 persone stabilmente occupate.
Fonte: Diariodeavisos.elespanol.com
L’anno 2022 si è chiuso con 875.573 iscritti nelle isole Canarie, un numero record
Nel corso dell’anno sono stati creati 43.655 posti di lavoro. Dal 2021 ad oggi, una volta superata la fase più dura della pandemia legata al Covid, il tessuto produttivo regionale ha generato ben 93.889 posti di lavoro, un dato senza precedenti nella Comunità Autonoma. Non stupisce, quindi, che sia la prima volta nella storia che l’Arcipelago supera gli 875.000 iscritti alla Previdenza Sociale. In altre parole: mai prima d’ora c’erano così tante persone che lavorano nelle Isole Canarie .
Il terziario, motore del mercato del lavoro isolano
La creazione di posti di lavoro nel 2022 è stata particolarmente sostenuta nel settore dei servizi. Dei 43.655 posti di lavoro creati lo scorso anno nelle Isole Canarie, quasi il 90% è stato generato dai servizi, con 39.268. L’industria alberghiera ha generato 13.413 posti di lavoro (+11%), mentre il commercio ha contribuito con 4.370 (+3,8%) e i trasporti, 2.688, secondo i dati sulla sicurezza sociale preparati dalla Confederazione degli imprenditori delle Isole Canarie (CCE). L’edilizia ha generato 1.823 posti di lavoro (+4,5%) e l’agricoltura 812. Questo settore è stato quello che è cresciuto di più in termini relativi: 31,5%.
Crescono anche i lavoratori autonomi, tranne che nel commercio
Anche il numero dei lavoratori autonomi è cresciuto nel 2022, di circa il 3%, a 137.876 dipendenti. I lavoratori autonomi sono cresciuti in tutti i settori ad eccezione del commercio, dove sono diminuiti di quasi l’1,5%. Il commercio è stato uno dei settori più colpiti dalla pandemia Covid e nonostante la ripresa della vita sociale con i vaccini, le vendite non si sono riprese del tutto, il che ha portato più di un imprenditore a chiudere la propria attività. Il commercio ammonta a quasi 30.800 lavoratori autonomi nelle isole.
La disoccupazione scende ai livelli precedenti alla Grande Recessione
La creazione di posti di lavoro ha ridotto sostanzialmente il numero di disoccupati sulle isole Canarie nel 2022 a cifre precedenti alla Grande Recessione, nel 2008. L’anno scorso si è chiuso con 183.160 disoccupati sulle isole, quasi il 10% in meno rispetto a un anno fa. In termini assoluti ci sono oggi quasi 20.000 disoccupati in meno rispetto a un anno fa. Una cifra simile non si vedeva dall’agosto 2008 (176.339).
I numeri nel dettaglio
Nel 2022, la disoccupazione è diminuita maggiormente tra gli uomini (11,4%) che tra le donne (8,3%). Tra gli under 25, il ribasso del tasso di disoccupazione è stato pari al 15,6% (10.535 persone attualmente senza impiego), seguito dal segmento tra i 26 e i 45 anni con un calo del 14,3% fino a 62.113 unità ancora disoccupate ed infine gli over 45 il cui indice di disoccupazione è sceso del 6% fino a raggiungere le 11.512 unità. I dati evidenziano che tra i cittadini spagnoli, il tasso di disoccupazione è sceso del 9% (attualmente sono 166.200 le persone di nazionalità spagnola senza occupazione) mentre tra gli stranieri è sceso del 15% (sono circa 17.000).
Fonte: Europapress.es
La Gomera, l’isola che registra il maggior calo della disoccupazione nel 2022
I dati sulla disoccupazione alle isole Canarie nel 2022 evidenziano come l’isola di La Gomera sia stata quella con la performance migliore in termini relativi. Il numero di persone disoccupate è calato infatti del 24%. Seguono La Palma (-20,2%) e Lanzarote (-19,7%), seguite da Fuerteventura (-16,4%). A Lanzarote e Fuerteventura, il calo della disoccupazione, trainato dal settore turistico, ha portato ad un minimo storico di persone senza occupazione rispettivamente a 8.937 e 7.319 unità. A Tenerife la disoccupazione è diminuita dell’8,9% (quasi 20.000 persone in meno) portando il totale a 79.783 persone senza occupazione, mentre a Gran Canaria è stato registrato un calo del 7,2% con 6.110 persone nuovamente collocate sul mercato del lavoro che riducono il numero di disoccupati sull’isola a 78.501 unità. Nel caso di El Hierro, la disoccupazione è diminuita dell’1,4%, assegnando all’isola lo scettro di isola con la percentuale minore di crescita del mercato del lavoro.
Meno contratti in un anno ma più a tempo indeterminato
Il mese di dicembre si è chiuso con 54.845 contratti di lavoro regolare registrati sulle isole, il 7,4% in meno rispetto a un anno fa, il che significa quasi 4.500 contratti in meno. Nonostante il significativo calo nel numero di contratti di lavoro, è importante sottolineare come i contratti a tempo indeterminato siano cresciuti di circa il 200% e rappresentino quasi il 40% del totale.
Come interpretare questi numeri?
E’ bene ricordare che i dati pubblicati dai Ministeri del Lavoro e dell’Economia Sociale, nel caso della disoccupazione, e dell’Inclusione, Previdenza e Migrazioni, nel caso degli iscritti, sono un indicatore quantitativo del mercato del lavoro, non qualitativo.
Non bisogna dimenticare che i grandi mali del tessuto produttivo isolano si riassumono nella sua bassa produttività che, insieme al notevole incremento demografico degli ultimi decenni, ha portato ad un reddito pro capite sempre più distante da quello medio nazionale. Ma in termini quantitativi il miglioramento è evidente.
Il boom dei contratti a tempo indeterminato ci dice infatti che lavorare alle isole Canarie non è più una soluzione mordi e fuggi o stagionale. Il mercato del lavoro, a fronte di una richiesta turistica e commerciale in costante crescita, si sta modellando per poter soddisfare le esigenze dei turisti e del sempre crescente numero di residenti che hanno deciso di fare delle isole Canarie non solo il loro “buen ritiro” ma anche il luogo dove poter vivere in pianta stabile a dispetto della cara e vecchia Europa peninsulare.
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