Bruxelles ha accettato che i voli tra le isole e con il resto della Spagna siano esenti dai nuovi pagamenti per le emissioni fino al 2030, ma non con i Paesi dell’UE o il resto della Spagna.
L’intero settore turistico delle Isole Canarie ha chiesto al governo spagnolo di continuare a fare pressione sulla Commissione Europea affinché le esenzioni concesse alle isole sulla tassa verde relativa al trasporto aereo (entrerà in vigore nel 2024) siano estese anche ai voli internazionali,
Per il momento, Bruxelles ha accettato che i voli tra le isole e i collegamenti tra le Canarie e il resto della Spagna siano esenti dai nuovi pagamenti per le emissioni di CO2 fino al 2030, ma non i voli tra l’arcipelago e i Paesi terzi dell’UE e tanto meno quelli che collegano le isole con il suo primo cliente turistico, il Regno Unito.
Questa misura fiscale, inclusa nel pacchetto “Fit for 55“, mira a ridurre le ingenti emissioni di gas serra causate dall’aviazione commerciale nel mondo (665 milioni di tonnellate nel 2017) e, tra l’altro, a spingere il settore a impegnarsi nello sviluppo di aeromobili e carburanti con un minore impatto ambientale.
Ma quanto rappresentano queste emissioni in una delle principali destinazioni turistiche del mondo, dove il turismo rappresenta il 35% del PIL e il 40% dell’occupazione?
Un rapporto dell’Università di La Laguna (Tenerife) li mette per la prima volta in cifre: gli aerei che riportano a casa i turisti internazionali che si godono le vacanze alle Canarie emettono in media 6,41 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, tra il 2 e il 3% di tutto ciò che è attribuibile all’industria aerea in Europa.
Questi 6,41 milioni di tonnellate di CO2, secondo gli autori di questo studio pubblicato sulla rivista “Sustainability” (2021), equivalgono al 54,33% di tutte le emissioni delle isole.
Emissioni di C02 pari a quelle delle centrali elettriche
Se queste emissioni facessero parte delle cifre che le Isole Canarie riconoscono come derivanti dalla loro economia nel loro Annuario dell’Energia, sarebbero solo davanti alle emissioni delle centrali elettriche e dell’industria, con 6,54 milioni di tonnellate all’anno, e sarebbero superiori del 23% a tutti i trasporti interni o nazionali (terrestri, marittimi e aerei), che contribuiscono con 5,21 milioni. In effetti, sono 10 volte superiori alle emissioni del trasporto aereo nazionale generate dalle Isole Canarie.
Gli autori di questo studio hanno calcolato le emissioni del trasporto aereo internazionale da e per le Isole Canarie, prendendo come riferimento il traffico dei cinque anni precedenti alla pandemia di Covid-19 (2015-2019). In altre parole, le stesse cifre di attività che il turismo e l’aviazione hanno appena recuperato nel 2022 nelle Isole Canarie dopo la profonda crisi in cui Covid le ha fatte precipitare.
Gli autori dello studio sottolineano che non esiste al mondo un arcipelago lontano dalla terraferma che abbia un flusso continuo di turisti internazionali come le Isole Canarie, con circa un milione di persone al mese, senza grandi picchi stagionali.
Quali sono i Paesi che emettono più CO2 nei voli per le Isole Canarie? Questi coincidono con i principali clienti delle isole: il Regno Unito, con 2,35 milioni di tonnellate all’anno (36,7% di quelle attribuibili al trasporto aereo internazionale nelle Canarie); la Germania, con 1,43 milioni (22,3%); la Svezia, con 319.805 tonnellate (5,0%); i Paesi Bassi, con 267.007 (4,2%); la Norvegia, con 252.142 (3,9%); l’Irlanda, con 238.474 (3,7%); e l’Italia, con 224.540 (3,3%).
Nelle emissioni per turista entra in gioco un’altra variabile che cambia l’ordine: la distanza dal proprio Paese alle Canarie. I turisti che rilasciano più CO2 nell’atmosfera ogni volta che volano alle Canarie sono i russi (ai quali è stato vietato l’ingresso dall’invasione dell’Ucraina), con 720 chili a persona (andata e ritorno), seguiti dai finlandesi, con 650 chili, e dagli svedesi, con 600.
Gli inglesi e i tedeschi, che rappresentano la metà del turismo nelle Isole Canarie, causano la stessa quantità di emissioni, 470 chili a persona.
480 chili di C02 per europeo per viaggio
La media delle emissioni di CO2 di un volo turistico di andata e ritorno per le Isole Canarie è di 480 chili a persona, il che significa, secondo questo studio, che ogni turista che vola alle Isole Canarie emette in quel solo viaggio il doppio della CO2 generata in media da ogni europeo in tutti i suoi viaggi aerei in un anno (250 chili).
Tuttavia, le emissioni dei voli turistici verso le Hawaii (590 chili di CO2 per passeggero da Los Angeles o Tokyo e una tonnellata da New York) o dei voli verso altre destinazioni a lungo raggio, come Bali o le Maldive, con oltre 800 chili a persona in entrambi i casi, sono più elevate. Le isole turistiche vicine alla terraferma europea hanno livelli di emissioni inferiori, grazie alla loro posizione geografica: 310 kg Malta e 260 kg Isole Baleari.
Un altro modo di esaminare la questione, secondo gli autori, è quello di analizzare il peso relativo dei voli da e per le Isole Canarie sul totale della CO2 generata dal consumo di un cittadino europeo nel corso di un anno, un indicatore relativo che a sua volta dipende dal livello di sviluppo e industrializzazione del Paese.
Il risultato è il seguente: per un britannico, volare alle Canarie rappresenta l’8,10% delle sue emissioni annuali di CO2; per un tedesco, il 5,36%; per uno svedese, il 13,64%; per un norvegese, il 7,18%; per un francese, il 9,57%; per un irlandese, il 5,70%; per un olandese, il 4,60%; per un italiano, l’8,97%; e per uno svizzero, l’11,95%.
Con questi dati e in un contesto di crescente preoccupazione dei turisti europei per l’impatto ambientale dei loro viaggi, gli autori sottolineano l’importanza per le Isole Canarie di convincerli con misure che dimostrino l’impegno ambientale. E anche la necessità che le misure di riduzione delle emissioni di CO2 siano “sensibili” alla “fragilità” delle economie “fortemente dipendenti dal trasporto aereo”, come nel caso delle isole, dove quasi il 100% dei turisti arriva in aereo.
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