Clima semidesertico e suolo vulcanico sono i perfetti alleati degli agricoltori di Lanzarote. Sembra una follia? Andiamo a scoprirne il perché.
Le precipitazioni a Lanzarote sono minime, l’acqua da sempre è cruciale per il benessere delle persone; annate aride coincidono con grandi flussi migratori. Anche oggi che l’acqua è reperibile con maggiore facilità, il dibattito sull’irrigazione resta un capitolo spinoso.
L’acqua è vita. Una piccola goccia di rugiada è capace di far nascere un germoglio, alimentare una radice, far crescere un ramo, una pianta, un frutto. Ma quello che succede a Lanzarote, nelle isole Canarie, sembra sconvolgere ogni logica.
In questa isola austera e apparentemente inospitale, dove si alternano distese di lava tagliente e aride spianate di sabbia a coni vulcanici multicolore e scogliere a strapiombo sull’oceano, la vita si rinnova ogni momento.
Mani sapienti ed esperte trasformano ogni prodotto della terra a Lanzarote in un piccolo miracolo. L’intelligenza degli agricoltori locali vive in simbiosi con l’ambiente che la ospita, nutrendolo ed arricchendolo senza apportare danno.
Fonte: Agricultures
Come vivono i cambiamenti climatici i contadini di Lanzarote?
Ascensión Robayna è una donna che dopo una formazione da economista ha deciso di tornare alla terra, per valorizzarla e proteggerla, dedicandosi all’agricoltura de secano, in ambiente arido e in totale armonia con la natura.
In questo tipo di agricoltura l’essere umano non contribuisce all’irrigazione dei campi, ma utilizza solo ciò che proviene dalle piogge.
Data la scarsità di precipitazioni che bagnano Lanzarote, la vegetazione si nutre di umidità e della pioggia che percentualmente non rientrerebbero nemmeno nelle statistiche. Evidentemente questa quantità, seppur limitata, è sufficiente per coltivare decine di prodotti tra cui lenticchie, angurie, cipollino, patate di varietà diverse e persino la vite, il prodotto più rappresentativo dell’isola che ha nella malvasia vulcanica la sua varietà più apprezzata.
Alcuni teorici vedono in Lanzarote e nei suoi agricoltori i pionieri di un laboratorio utile per un mondo sempre più arido e caldo a causa dei cambiamenti climatici; un luogo a cui guardare per attingere buone pratiche.
L’enarenado, coltivazione sotto uno strato di sabbia
Il segreto dell’agricoltura di Lanzarote si chiama enarenado, un antico metodo di coltivare la terra sotto uno strato di sabbia, o arena in spagnolo, che consente di prevenire l’evaporazione dell’umidità presente nel suolo.
Questa tecnica di coltivazione non ha una tradizione millenaria, bensì risale a poco meno di tre secoli fa; in seguito ad una grande eruzione infatti, i contadini del luogo, per poter tornare a coltivare, si videro costretti a scavare nello strato di detriti per raggiungere il fertile terreno sottostante. Così facendo si accorsero che la lava intrappolava l’umidità nel suolo e le piante crescevano con maggiore vigore.
Osservando la natura e imparando da essa, i contadini capirono che potevano ricreare queste condizioni altrove e iniziarono cosi a ricoprire la terra coltivata con la sabbia vulcanica. Questi appezzamenti sono ben visibili anche oggi in tutta l’isola come dei caratteristici rettangoli neri.
La vite e gli altri prodotti coltivati nell’enarenado
A chi le vede per la prima volta, le vigne di Lanzarote trasmettono un misto tra sorpresa, ammirazione e mistero. Dimentichiamoci della classica forma dei filari che siamo abituati a vedere in Italia. Le vigne, di una bellezza elegante tipica di una cosa ben fatta, sono disposte in modo ordinato negli hoyos, buchi nella terra, ognuno dei quali ospita una singola pianta di vite.
Fonte: La Voz de Lanzarote
Gli hoyos, oltre a preservare l’umidità nel suolo ed a facilitare l’attecchimento dell’apparato radicale delle piante nel terreno, servono soprattutto per proteggere le piante dai venti che costantemente sferzano l’isola. La stessa funzione la ricoprono i muretti a secco costruiti sul contorno degli hoyos dalla parte in cui soffiano gli alisei.
A Lanzarote l’agricoltura è studiata e pianificata nei minimi dettagli per proteggere le piante dal vento che, oltre a danneggiarle, accelera l’evaporazione dell’acqua dal suolo.
“Se tracci le righe parallele alla direzione del vento, questo entrerà e rovinerà le piantine, ma se ari in modo perpendicolare rispetto al vento dominante, sarà la terra stessa a proteggere i germogli”,
Lanzarote, un’isola che ha sempre avuto sete
L’isola è dotata di innumerevoli infrastrutture realizzate per raccogliere e conservare la pioggia e l’umidità dell’aria. La ricerca dell’acqua sull’isola è sempre stata un elemento trainante della vita di tutti i giorni fino a condizionarne fortemente la crescita. I periodi di siccità hanno costretto gli abitanti di Lanzarote a migrare verso altre isole dell’arcipelago, verso il continente o verso l’America Latina alla ricerca di fortuna.
Oggi la maggior parte delle opere idrauliche risulta tuttavia inutilizzata. Da quando nel 1964 l’isola si è dotata di un impianto di desalinizzazione e depurazione dell’acqua del mare, il territorio ha iniziato a toccare con mano gli effetti del boom turistico tralasciando le usanze di un tempo. Nonostante questo nuovo apparente benessere, gli anziani ricordano ancora chiaramente i giorni in cui l’acqua era una risorsa preziosa; raccontano infatti, con un pizzico di amarezza, come il semplice gesto di aprire il rubinetto e lo scorrere dell’acqua si siano portati via tutte le promesse di chi giurava che non avrebbe mai dimenticato l’importanza dell’acqua e le sofferenze vissute. L’acqua che esce dai rubinetti nelle case non viene utilizzata normalmente per bere: non ha un buon sapore, ha molto calcare e sa di cloro rendendo inevitabile il ricorso all’acqua in bottiglia.
L’acqua desalinizzata in agricoltura
L’acqua desalinizzata viene, ad oggi, utilizzata anche per irrigare i campi, ma Ascensión e gli agricoltori più attenti alla questione idrica sconsigliano fortemente questa pratica. La struttura chimica di questo tipo di acqua sconvolge il ritmo e l’equilibrio di un ecosistema fragile, tradizionalmente secco ed è profondamente inadatta all’irrigazione in quanto troppo salina. Se si iniziasse a irrigare tutto, si perderebbe la tipicità e l’unicità di questa terra.
“C’è una polemica molto accesa sull’opportunità di irrigare oppure no, perché è chiaro che a lungo andare questo porrà fine al sistema di agricoltura de secano che ha funzionato fino ad ora. Se avessimo l’acqua sarebbe molto più facile produrre alimenti, però di acqua non ne abbiamo, e quella che c’è non è di buona qualità: per questo è importante conservare la tradizione”.
Per irrigare i campi da cui nasce il cibo che mangiamo, l’acqua migliore è l’acqua piovana. È per questo che la cooperativa dei regantes, gli irrigatori, cerca di recuperare le antiche opere idrauliche oltre alla realizzazione di un nuovo impianto dissalatore che produca acqua specificatamente per l’irrigazione. Insegnare agli agricoltori come effettuare la transizione da un’agricoltura de secano ad una con irrigazione è fondamentale per non sconvolgere la tradizione agricola dell’isola.
Fonte: Barcelona Eats
Passato e futuro: cosa ci dice la tradizione?
“In un’isola devi considerare tutto, devi mantenere e conservare il tuo suolo perché se non fa le cose per bene, una generazione può rovinare il suolo per le generazioni a venire: la conservazione dei suoli ha molto a che vedere con quello che i contadini di Lanzarote hanno fatto fino ad oggi”,
Per produrre il vino vengono usate viti vecchie, che nel corso della loro vita hanno imparato ad adattarsi, a vivere al meglio, a raccogliere tutti i nutrienti, a sopravvivere alla scarsità d’acqua. Producono un po’ meno ma sono uniche. Proteggere un ambiente cosi speciale è fondamentale: nei muretti a secco c’è la vita, ci sono i licheni, nei campi ci sono gli uccelli, gli insetti, l’aria è buona. E le persone che bevono questo vino devono capire l’enorme lavoro dietro questa tradizione.
Le parole che meglio descrivono il lavoro di Ascensión e degli altri agricoltori legati alla tradizione agricola dell’isola sono cura, attenzione, rispetto.
“A Lanzarote tutto è unico, singolare. Una persona che non conosce questa terra non riuscirebbe a produrre nulla perché servono strumenti, procedure, osservazione dell’ambiente e adattamento totale a quello che ci circonda. E’ fondamentale che gli agricoltori di domani guardino a noi con lo stesso orgoglio con cui noi abbiamo guardato chi ci ha preceduto”.
Nella nostra cara Fuerteventura, più del 95% della terra produttiva dell’isola è abbandonata. La principale resistenza verso l’adozione di principi di agricoltura tradizionale e rigenerativa nasce spesso dall’ignoranza e dalle cattive politiche agricole dei governanti.
Noi di Nikoika riteniamo fondamentale l’adozione immediata di strategie attive di sviluppo agricolo per creare posti di lavoro stabili e far moltiplicare le superfici coltivate. Questo consentirebbe di rendere disponibili i prodotti locali su grande scala come ad esempio nelle mense delle scuole o negli ospedali.
Il cibo è salute. Se lo fanno i nostri vicini di casa di Lanzarote, perché i bambini e gli adulti di Fuerteventura devono essere i peggiori mangiatori dell’arcipelago?
Cosa ne pensi di questa problematica? Sei favorevole ad abbracciare e sostenere il ritorno ad un’agricoltura rispettosa della terra e del luogo dove viene realizzata?
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